Domenica 6 aprile, XC della Ghianda, 1° prova Circuito dei Parchi 2014

 

 

Oggi la convocazione da calendario ma soprattutto il cuore ha chiamato ed io ho risposto presentandomi in quel di Somma Lombardo per gareggiare nella prima prova del Circuito dei Parchi, il Cross Country della Ghianda.

Ho detto cuore perché ripenso a quando ero ragazzino, ed alla mia prima bicicletta degna di esser chiamata tale, una Salta Foss, con la quale abitando al confine tra Lainate ed Arese, sfidavo gli amici “in cava” facendo rally dietro all’ex pista Alfa Romeo e quindi per me, la MTB è un ritorno al Roberto bambino.

Per chi non conoscesse l’ambiente, l’XC ovvero il Cross Country è la disciplina per definizione in ambito MTB.

L’ansia da prestazione è tanta e fomentata soprattutto dall’essere sprovvisto di compagnia, per lo meno di quella dei miei compari di maglia che, a differenza mia, non amano le “ruote grasse” ed oggi hanno optato per una Rando a Nerviano.

Alle 9.30 io ed i bikers presenti ci mettiamo in griglia, aspettando le 10.00, ora nella quale verrà dato lo “START”.

I minuti passano e la tensione aumenta a dismisura; nonostante l’allenamento non manchi, ti guardi attorno e vedi che c’è “gente forte” e che tu, sei consapevole dell’impreparazione psicologia che possiedi per una gara del genere.

Se c’è una cosa che ho compreso è che ogni gara, ogni giorno, ma soprattutto ogni disciplina è una storia a se e per quanti Km abbia già nelle gambe, comincio a realizzare quanto io non abbia nelle mie corde oggi, una gara così tirata.

Il Cross Country è un concentrato di tanti fattori, difficilmente spiegabili ma semplicemente traducibili in questo modo “30 Km a tutta!!!”

È importante tenere la ruota dell’avversario ma lo è ancor di più vedere dove metti la ruota perché errare una traiettoria a volte può rivelarsi fatale, farti perdere secondi o minuti quando va bene e farti finire faccia a terra quando va male.

La differenza sta nei rilanci continui, nel terreno mai piatto, nei single track tutti da guidare, nelle discese tecniche nei quali oltre alla forza ed alla fisicità, ci vuole molta lucidità mentale.

Sono quasi le 10.00 e mi accorgo che fortunatamente la partenza viene scaglionata in batterie ma mi ricredo subito rendendomi ben presto conto che io sono nella prima fila della mia batteria e questo vuol dire “menare a 40 orari” fin da subito…

Via, si parte…aggancio il pedale e do tutto!

Per 2Km circa sono felice come un bambino perché sono in testa, sono il primo ma sento il cuore in gola e razionalizzo ben presto che non potrei mai tenere quel ritmo per tutta la gara,

Per fortuna nel primo single track troviamo un po’ di “traffico” ed è la scusa per rallentare un po’.

Un rilancio dietro l’altro raggiungo la prima salitella che nonostante la sua lunghezza di circa 1Km, tra radici e terra smossa, oltre che avere pendenze di tutto rispetto, spezza gambe e fiato come non mai.

Il percorso alterna momenti di discesa veloce a falsipiani nei quali spingere, supero molti ma ho la sfortuna di incontrare molti delle batterie precedenti a far da tappo.

Arriva la prima discesa “tecnica” e con mio sommo piacere, forse spinto dall’adrenalina che ti da l’avere gli altri col fiato sul collo, supero le radici con leggerezza e proseguo.

Spingi forte e non ti accorgi della polvere che stai mangiando ed intanto pensi che sei orgoglioso di indossare questa nuova maglia…come lo sei nel superare i “vecchi” compagni di squadra.

Ormai ho realizzato che oggi non avevo il fiato per far grandi numeri, ma ho la voglia e l’energia di dare il massimo fin che ce n’è.

Chiudo il primo giro e mentre molti ormai arrancano, io ne ho ancora e tengo un buon passo che non abbassa la media oraria del primo giro.

Nel secondo giro pedalo e procedo più fluido anche grazie ad un traffico ormai smaltito e mentre supero chi ha dato troppo all’inizio penso sempre alla stessa cosa…”dai una bici ad un individuo, mettilo sulla stessa strada con un altro individuoin bici ed il divertimento sarà assicurato sempre e comunque”.

Tra ripartenze, single track a velocità sostenuta e tanti sorrisi, arrivo anche alla fine del secondo giro che poi è anche la fine della gara.

Un’ultima volata per “far vedere i muscoli” ad un avversario dello Skorpioni Racing Team e sono sotto al traguardo, felice come un bambino e motivato per far meglio la prossima volta.

Chiudo con un 171mo posto assoluto su circa 400 partecipanti e con un 47mo posto di categoria.

Quello che mi consola è la bottiglia contenete passata di pomodoro offerta nel pacco gara.

Per farvi comprendere meglio cosa accade vi riporto qui di seguito i dati del mio “povero” cuore:

 

Ora si ricomincia la settimana…di nuovo a tutta per esser pronti al prossimo appuntamento che per quel che mi riguarda sarà la ovunque ma con la squadra…ormai il motore delle competizioni Off Road è acceso e ci sarà di sicuro altra occasione per fare meglio o comunque del mio meglio.