La Doyenne – Un viaggio, un’avventura, un bel week-end in compagnia. #nonsolociclismo

 

A Liegi si parte, a Liegi si arriva. In mezzo Bastogne, crocevia, fine dell’andata, inizio del ritorno. Detta così la faccenda non sembra nemmeno troppo complicata, ma invece la storia è lunga e affonda le sue radici in un’epoca in cui lo sport, e soprattutto il ciclismo, era considerato un “affare per signori” in quanto possedere una bici da corsa era un vero lusso. Siamo nel 1892, non una ma due vite fa, in Italia regnava Umberto I mentre a Liegi 33 temerari partivano per affrontare la prima edizione di quella che attualmente è la Classica Monumento più vecchia presente nel calendario ciclistico. Arrivarono al traguardo in 17, vinse Léon Houa che distanziò il secondo classificato di ben 22 minuti.

Da allora grandissimi del ciclismo hanno messo il loro sigillo su questa corsa, che al saliscendi continuo dei primi cento chilometri nella seconda parte aggiunge il sadismo degli organizzatori, che hanno disseminato il percorso di côtes, salite taglienti con pendenze a volte improbabili, non corte come i muri fiamminghi e non lunghe come le salite alpine, ma rasoiate di due kilometri, a volte meno a volte di più. Côtes che hanno assunto ormai qualcosa di epico agli occhi degli appassionati e i cui nomi sono patrimonio del ciclismo; Roche en Ardenne, Saint Roch, Wanne, Haute Levée, Rosier, La Redoute, Saint Nicolas a cui negli ultimi anni si è aggiunta la Roche aux Faucons. Epici anche i vincitori di questa corsa dallo svizzero Kubler, al belga Van Loy. Dal francese Anquetil al Cannibale Merckx (suo il record di 5 vittorie) e poi Hinault che nel 1980 vinse sotto la neve, all’irlandese Kelly capace di vincere qualsiasi classica, per arrivare al dominio italiano con Argentin, Bartoli, Bettini finendo con i campioni attuali ovvero i vari Gilbert e Valverde.

Con queste premesse, con questa storia, con questi nomi è ovvio che la Liege-Bastogne-Liege sia diventata una tappa ambitissima per qualsiasi ciclista. Ultima fatica della “campagna del Nord” e trampolino di lancio verso la stagione dei grandi giri. Punto di svolta stagionale per il ciclismo professionistico e punto fermo in questo 2016 per la stagione dell’Amatori Velo Lainate.

Con Marco iniziamo a pensare di partecipare alla LBL già a novembre dell’anno scorso. Andiamo, non andiamo? Chi viene, chi non viene? Siamo sicuri? Ce la faremo…? Alla fine decidiamo di proporre questa avventura e le adesioni sono parecchie. Passiamo tutto l’inverno macinando kilometri su kilometri, facendo giri che mai avremmo pensato di affrontare a gennaio, febbraio, marzo, e ci ritroviamo in un baleno ad aprile.

Venerdì 22 aprile

Mattino di venerdì 22 aprile, casello di Lainate eccoci pronti alla partenza per il Nord, per la nostra Liegi-Bastogne-Liegi.

Marco, Ugo, Raffaele, Vittorio e Tiziana a bordo del Citroen Jumpy noleggiato per l’occasione, Juan, Cesare e Simone a bordo dell’ammiraglia che il giorno seguente si rivelerà provvidenziale.

A9, bollino per l’autostrada svizzera, soste pipì, tunnel del Gottardo, Basilea, la campagna francese, il Lussemburgo, un panino all’autogrill, le foreste delle Ardenne e in men che non si dica siamo a Liegi. Liegi che ci accoglie in tutto il suo grigiore, ma poche ore dopo sarà anche peggio, con tutto il suo traffico, ma anche col fascino (per noi ciclisti) del suo nome. Arrivati al villaggio di partenza ci accorgiamo subito che siamo parte di un evento davvero internazionale. Oltre ai tantissimi nostri connazionali e agli altrettanti spagnoli, il parcheggio e tutti gli stand sono invasi da olandesi, francesi, tedeschi, inglesi, danesi, svizzeri irlandesi e questo è testimoniato dal profluvio di lingue che si riesce ad ascoltare.

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Al ritiro dei pacchi gara

 

Ritirati pettorali e gadget, ci spostiamo poco fuori città per andare nel B&B che Juan da vero segugio ha scovato per tutta la comitiva. Il campo base è a Herstappe, sul confine con la parte fiamminga del Belgio, anzi a dire il vero già oltre, e infatti il paesaggio con i suoi campi a perdita d’occhio e le sue stradine tortuose e li a dimostrarlo. Sistemazione nelle camere senza sorprese; Ugo e Tiziana, Raffaele e Vittorio, Marco e Simone, Juan e Cesare. Qualcuno si starà chiedendo chi è Simone? Poglianese, classe 1965, vincitore di categoria di svariate GF, insomma uno davvero forte, iscritto al GSO Pogliano ha accettato il mio invito una sera di gennaio mentre si chiacchierava dal nostro ciclista, e senza tante storie anche lui è arrivato in Belgio, e si è inserito alla grande nel nostro gruppo.

A tavola nel “pre-gara”

 

Cena “italiana” per così dire e a letto presto. La notte sarà breve. Per qualcuno agitata, il pensiero di quello che ci aspetta unito alla digestione impegnativa fanno il resto.

Sabato 23 aprile

Le sveglie suonano che è ancora notte fonda e la prima cosa che facciamo appena alzati dal letto è guardare fuori dalle finestre. Piove. Fa freddo. Ci ritroviamo a fare colazione e l’umore non è dei migliori, del resto siamo tutti consapevoli di quello che dobbiamo affrontare. Dai borsoni rispuntano divise invernali, guanti e copriscarpe in neoprene, mantelline in goretex e tutto l’armamentario invernale che speravamo di non dover utilizzare. Arrivati in auto alle prime luci dell’alba in una bagnatissima Liegi, vediamo i vialoni che costeggiano la Mosa invasi da centinai di ciclisti che si dirigono alla partenza. Trovato un parcheggio nelle vicinanze montiamo anche noi le biciclette e in pochi minuti siamo pronti.

Pronti per partire

Preparativi…

Il DS impartisce gli ultimi consigli

 

Purtroppo Juan, a causa un problema al soprassella, dopo essersi preparato per tutto l’inverno in maniera scrupolosa non potrà essere della partita ma insieme a Tiziana si rivelerà fondamentale per la riuscita di questa impresa, calandosi nelle vesti di “Direttore Sportivo” e supportandoci con un tifo incredibile.

Sono passate da poco le 6.30 del mattino, i termometri segnano 4 gradi e non smette di piovere. Ci dirigiamo verso il punto di partenza, e seguendo il flusso continuo di ciclisti iniziamo anche noi la nostra Liege-Bastogne-Liege.

Verso la partenza

 

Subito fuori città ci attende la prima salita, ovviamente non considerata tale dall’organizzazione, che ci fa capire cosa ci aspetterà da li in avanti. Vittorio è in forma smagliante e detta un buon ritmo, Ugo non si è svegliato bene ma con grande esperienza va via in agilità mentre tutti gli altri cercano di sprecare meno energie possibili. Passano i km e il freddo si fa sempre più intenso, notiamo anche che tantissimi ciclisti sono fermi a bordo strada per riparare delle forature. Nel frattempo i su è giù sono continui e le salite “vere” sono ancora lontane da venire.

Verso il km 80 finalmente troviamo ad attenderci Tiziana e Juan con l’ammiraglia a bordo strada, carica di ogni ben di dio, ma soprattutto con qualche cambio asciutto.

Tiziana e Juan a bordo dell’ammiraglia

 

Aiutato da Tiziana cambio calze, copriscarpe, guanti e cappellino. I più duri non cambiamo nulla. Rifocillati dal ristoro riprendiamo la strada e siamo pronti per affrontare la prima côte di giornata ovvero La Roche-en-Ardenne. Dopo 20 metri di salita Marco fora. Mi fermo e con l’aiuto del generosissimo Simone (in pratica fa tutto lui) riusciamo a sistemare il guasto. Ripartiamo e cerchiamo di raggiungere Raffa, Ugo e Vittorio che giustamente hanno proseguito col loro passo. Io e Marco siamo in balia di Simone che per 30 km ci porta a spasso sui saliscendi prima di Bastogne.

Arrivati al giro di Boa succede un altro imprevisto. Ad un incrocio perdo di vista Marco. Arrivo al rifornimento di Bastogne, mi guardo in giro e vedo Raffa, Ugo e Simone. Marco non c’è, nemmeno Vittorio. La gente è tantissima, penso che Marco abbia proseguito da solo non avendoci visto. A questo punto io e Simone riprendiamo la strada, Ugo e Raffa aspettano ancora un po’ ma non vedendo arrivare nessuno ripartono anche loro con la convinzione che Marco sia davanti. Invece no. Scopriremo alla sera che Marco aveva forato di nuovo e che Vittorio era con lui.

 

Marco e Vittorio

 

Si torna verso Nord, ora la pioggia è stata sostituita dal vento che soffia in direzione contraria alla marcia. Il freddo pungente invece resta la costante della giornata. La Côte de Saint-Roche, con la strada che si inerpica tra le casette di Houffalize con punte massime del 20%, taglia le gambe a parecchi ciclisti. In cima tutti hanno la bocca spalancata e cercano ossigeno per recuperare energie.

La pianura in questa parte d’Europa è una chimera e infatti continuiamo a macinare kilometri controvento su interminabili sequenze di mangia e bevi per arrivare finalmente al Km 165 dove Juan e Tiziana ci attendono di nuovo con il loro tifo a squarciagola e i loro incitamenti che riservano anche a tutti gli altri partecipanti. Qui la sosta è più lunga. Mangiamo di tutto, anche fragole, frutta secca e bombi prima di ripartire ancora con le coppie ci che si erano formate nei pressi di Bastogne. Che bello avere l’ammiraglia!

 

Secondo ristoro

 

Da qui in avanti mancano circa 100 Km dove sono concentrate sei delle otto “salite” della Liegi. A Wanne affrontiamo l’omonima côte, prima del trittico Haute-Levée, Rosier, La Redoute. Le prime due tutto sommato risultano essere pedalabili e in effetti non creano grandi problemi a nessuno.

La Redoute invece, affrontata dopo il passaggio nel centro di Remouchamps, con i suoi 1700 metri di lunghezza al 9,7% medio con una punta massima del 20% lascia il segno nelle gambe di tutti, e si capisce il perché sia con gli anni diventata una salita iconica per questa corsa.

Ma le fatiche non sono terminate, le forze rimaste sono quelle che sono e Liegi non è poi così vicina. Scolliniamo a Sprimont, un tempo considerata una vera côte, e puntiamo verso la Roche aux Faucons. Passata questa salita, che a mio parere si rivelerà la più dura di tutte, siamo consapevoli che il più è fatto.

La discesa verso la zona industriale di Liegi, il passaggio in fianco allo stadio dello Standard, Saint-Nicolas (la salita degli italiani), Ans, luoghi che sono familiari per tutte le volte che li abbiamo visti in televisione, sono il palcoscenico degli ultimi kilometri che dobbiamo affrontare.

All’arrivo, ad attenderci e a tifare non solo per noi, ci sono ancora Tiziana e Juan con un entusiasmo incredibile. Prima io e Simone, poi Ugo e Raffaele, ed infine Vittorio e Marco passiamo sotto lo striscione d’arrivo, felici, stanchi, orgogliosi e consapevoli di aver compiuto nel nostro piccolo un’impresa.

Arrivo di Simone e Cesare

Arrivo di Raffaele e Ugo

Arrivo di Vittorio e Marco

 

Una ottima cena e una bella dormita concludono una giornata fantastica!

Juan, Marco e Raffaele a tavola.

Domenica 24 aprile

Giornata di riposo. Per modo di dire dato che per vari motivi saremo impegnati tutti tutto il giorno, ognuno libero di fare quello che preferisce.

Marco, Raffaele e Vittorio si dirigono verso Bruxelles per visitare la capitale.

Gita a Bruxelles

 

Ugo e Tiziana vanno a trovare i cugini che vivono a Liegi.

Tiziana e Ugo in “visita parenti”

 

Io e Juan seguiamo tutto il giorno, anche sotto la neve, la Liegi dei professionisti.

La corsa dei professionisti

 

Simone esce ancora in bici per fare un centinaio di kilometri…

La sera ci ritroviamo ancora tutti insieme per la cena nella bella cittadina di Tongeren.

Lunedì 25 aprile

Purtroppo come tutte le cose, anche quelle più belle finiscono. Dobbiamo tornare a casa. Dopo un’altra colazione insieme, carichiamo il furgone e l’ammiraglia e siamo pronti per tornare in Italia. La sosta per fare il pieno di benzina è lo spunto per “saccheggiare” il market delle specialità locali, quindi birra e cioccolato.

Si torna a casa

 

Puntiamo decisi verso Sud. La neve del giorno prima non si è ancora del tutto sciolta ed imbianca le colline verso Bastogne che avevamo percorso solo due giorni prima. Come poi spesso accade da queste parti inizia a diluviare e guidare non è più un piacere. Arriviamo quindi un po’ stanchi e affamati nei pressi di Colmar, e qui Jaun e Tiziana sfoderano un altro colpo da maestri. Usciamo dall’autostrada a Ribeauvillé, grazioso borgo alsaziano, e facciamo una prima sosta presso l’esposizione del Maître Chocolatier Daniel Stoffel, idea di Juan, e dopo un bel giro nel centro del villaggio e un ultimo pranzo tutti insieme, idea di Tiziana.

Gita a Ribeauvillé

 

Finito il pranzo si riprende il viaggio, Basilea, la Svizzera e i suoi limiti di velocità, il confine di Stato e siamo di nuovo in Italia. Arriviamo a Lainate che è buio, stanchi certamente ma anche felici. Contenti soprattutto di avere portato a termine uno dei principali obiettivi della stagione, ma contenti anche di aver vissuto quattro fantastici giorni tutti insieme, sia sulla strada durante i lunghi viaggi, sia in bicicletta e anche a tavola!

Ringrazio tutti per aver condiviso questa esperienza e soprattutto un enorme grazie a Tiziana e Juan che ci hanno supportato in maniera fantastica durante la nostra Liegi-Bastogne-Liegi.

Cesare