Team building.

Negli ultimi anni nel mondo del ciclismo si legge e si sente sempre più spesso l’espressione “Team building”, ovvero costruzione del gruppo. In rete e sui magazine specializzati si vedono gli atleti delle formazioni WT cimentarsi in prove di resistenza, nordic walking, orienteering etc., seguiti da professionisti del settore, per creare uno spirito di squadra. Noi dell’Amatori Velo Lainate, nel nostro piccolo e in maniera molto meno anglosassone, da qualche tempo cerchiamo di mettere insieme le tante “anime” di cui è composta la società e di recente qualche buon frutto sembra essere arrivato, semplicemente “facendo squadra”.

Fare squadra vuol dire ogni domenica indossare la divisa coi colori sociali per sentirsi parte della stessa “famiglia”, vuol dire fare colazione, pranzo e cena con i compagni allo stesso tavolo prima e dopo una gara condividendo aspettative, gioie e anche delusioni, vuol dire anche e soprattutto in corsa aspettare e aiutare il compagno in difficoltà o che ha subito un guasto meccanico, vuol dire mettersi tutti in testa al gruppo e alzare l’andatura se si va troppo piano senza aver paura di prendere aria in faccia, vuol dire mettere da parte le ambizioni personali perché un compagno ha bisogno d’aiuto, vuol dire tagliare tutti insieme il traguardo.

                                 Giuseppe fotografa Marco, Juan, Roberto e Cesare sulla spiaggia di Alassio

 

Ecco, questo è quello che mi è successo questa domenica ad Alassio in compagnia di Marco, Juan, Roberto e Giuseppe. Sentirsi davvero parte di una squadra. Non andare a fare una Gran Fondo e trovare qualcuno che più o meno per caso qualche volta al mese indossa la tua stessa maglia, ma condividere per due giorni tutto, dal viaggio di andata a quello di ritorno, ridendo e divertendoci da mattina a sera, ritrovando la spensieratezza e lo spirito goliardico di quando si era ragazzi e si andava in gita con la scuola.

L’occasione che mi ha permesso di vivere questa esperienza è il recupero della GF Alassio Sixs, organizzata nella cittadina ligure dal GS Alpi del buon Vittorio Mevio, che già il sabato da prova della sua proverbiale disponibilità concedendoci, con un metodo davvero originale, un avanzamento di griglia, dato che i numeri che ci erano stati assegnati non erano coerenti con la nostra data d’iscrizione.

Juan, Giuseppe, Roberto, Marco e Cesare

 

La foto di rito nel cortile dell’Hotel Aida di Alassio, ormai abituale campo base per le trasferte liguri, è il preludio ad un’altra bella giornata in sella alle nostre specialissime.

Anche in griglia il buon umore la fa da padrone, e il “piano tattico” è semplice e già definito: Giuseppe a caccia del miglior piazzamento possibile mentre per noi altri terminare la corsa entro le quattro ore.

AVL ai blocchi di partenza

 

Partenza alle ore 9.00 e subito ci si ritrova sulla SS Aurelia a velocità elevatissime. I mitici tre capi della Milano-Sanremo, Capo Mele, Capo Mimosa e Capo Berta sgranano da subito il gruppone dei 1.200 partenti, poi da Imperia inizia la lunga ma abbordabile salita che porta a Cesio, dove nella prima parte si viaggia benissimo a ruota. La picchiata verso Pieve di Teco è da brividi, sia per le buche presenti sulla strada, sia per le velocità che si raggiungono nell’ultimo tratto prima della svolta a destra.

Il gruppo in cima a Capo Berta con Cesare, Marco e Juan

 

Con Beppe ormai saldamente davanti, noi affrontiamo la salita di Gazzo al nostro ritmo. Giunti in cima il cielo si fa minaccioso e infatti inizia a scendere una leggera pioggia. Sul lungo falsopiano che percorriamo per arrivare a Onzo, dove inizierà l’ultima discesa, prendiamo decisamente in mano la situazione e ci mettiamo tutti in testa al nostro gruppo formando un treno giallo/blu. Purtroppo le condizioni del manto stradale, fattosi scivoloso, non ci permettono di spingere al massimo. A circa metà dell’ultima discesa troviamo una sorpresa davvero inaspettata. Beppe fermo a bordo strada vittima di una caduta.

Senza la minima esitazione ci fermiamo tutti. Beppe è un po’ scosso e infreddolito. Dopo esserci assicurati che non ha nulla di rotto e la bici è ancora integra, lo convinciamo a rimettersi in sella e a riprendere la gara. Le prime pedalate non sono delle migliori ma dopo un paio di Km si riprende ad andare bene.

L’ultima salita di Caso la affrontiamo tutti e cinque insieme recuperando decine e decine di posizioni a concorrenti palesemente in difficoltà per aver spinto troppo nella prima parte della gara. Gli ultimi due Km che portano all’arrivo, posto nei pressi del Santuario della Madonna della Grazia, sono i più duri di tutta la gara, ma anche questi, nonostante la fitta nebbia calata improvvisamente sul percorso, li affrontiamo più velocemente degli altri ciclisti presenti sulla strada.

                                                                               Juan e Cesare sulla salita di Caso

 

Tagliamo il traguardo affiancati uno all’altro come siamo partiti! Il race time finale è di 4:01:08 mentre il real time di 3:58:47 ci permette sostanzialmente di centrare l’obiettivo che avevamo fissato, e ci fa terminare a 26,46 km/h di media i 105 Km del percorso e i 1991 metri di dislivello totale della gara. Juan e io abbassiamo di quasi 20 minuti il miglior tempo dell’anno scorso, e ciò è motivo di grande soddisfazione.

Anche oggi è andata…

 

Rientriamo in hotel con il sorriso sulle labbra nonostante la disavventura capitata a Beppe, consapevoli di far parte di una squadra, una grande squadra; Amatori Velo Lainate. Squadra che sono sicuro crescerà ancora anche nel 2016 a 40 anni dalla sua fondazione.

Cesare