Duecento sono sempre duecento.

Eh si, i 200 km nel ciclismo sono una soglia importante, soprattutto per noi amatori, soprattutto se bisogna farli a inizio marzo e soprattutto se quando ci si sveglia la mattina ci sono due gradi, il cielo color acciaio, una spessa nebbia che non vuole andarsene e le strade fradicie d’acqua per l’acquazzone del giorno prima.

Ma la Rando del Ticino e il suo percorso tra risaie, campi a perdita d’occhio, canali, aironi e le oramai mitologiche nutrie è li che ci aspetta. A Nerviano ci attende anche Raffa per distribuire i tesserini che aveva ritirato il sabato, quindi poche storie e via verso la partenza.

Come sempre alle manifestazioni organizzate dagli amici della S.A.V. 95, l’affluenza è di tutto rispetto, e anche quest’anno alla partenza ci sono più di 500 ciclisti e noi dell’AVL siamo uno dei gruppi più numerosi. Pronti a partire per questa seconda randonnée stagionale capeggiati dal Presidente, ci sono Marco, Juan, Raffa, Beppe, Vittorio, e il sottoscritto per i 200 Km,  mentre Roberto B. guida la pattuglia dei 100 Km con, Bruno, Giuseppe G, Patrizio, Antonio, Mimmo, Donato e Tiziano. 

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Puntuali alle ore 8.00 iniziano le partenze, i due gruppi si separano, e noi dei 200 ci aggreghiamo ad un drappello in cui sono presenti parecchi atleti della Pirovano di Cinisello assistiti pure da un furgone “ammiraglia” (non proprio in sintonia con lo spirito randagio, ma fa sempre piacere avere un punto d’appoggio). A differenza degli anni passati, l’andatura è piuttosto contenuta, probabilmente il freddo pungente e le strade infide suggeriscono ritmi più rilassati.

Stando sempre a ruota per risparmiare la gamba, ci troviamo in meno di un’ora al Ponte di Ferro di Oleggio dove l’andatura improvvisamente si alza, Vittorio e Raffa a causa di un “buco” perdono contatto con il nostro gruppo. Sulla salita che porta a Oleggio Beppe sfodera la sua forma smagliante e mette in riga tutti e da qui per i successivi 80/90 km resteremo in testa a tirare noi dell’AVL mantenendo un ritmo regolare gradito a tutti.

Dopo Momo fa capolinea la neve e il paesaggio a volte è spettrale. Lunghi rettilinei in mezzo ai campi, stradine spesso tortuose, fossi con acque torbide, insomma non proprio l’ideale per andare in bici, ma siamo in ballo e balliamo. Il punto controllo e ristoro di Celpenchio a metà percorso serve oltre che rifocillarci un poco anche per una agognata sosta “idraulica”!

Si riparte e nonostante manchino ancora 100 Km, ci rimettiamo in testa al nostro gruppo a tirare. Poco prima di Tromello, insieme, decidiamo che per oggi abbiamo fatto la nostra parte e tiriamo un attimo i remi in barca.

Da qui iniziano a succedere un po’ di fatti anche spiacevoli purtroppo. Su un lungo rettilineo in aperta campagna verso Borgo S.Siro chi ha preso il nostro posto, facendo l’andatura, procede a strappi e rilanci continui. Si viaggia sempre attorno ai 40 km/h, troppo, e infatti una caduta stile Tour de France coinvolge una decina di ciclisti. Mi cade gente davanti e in fianco, resto in piedi. Mi giro e anche tutti gli altri dell’Amatori Velo sono sani e salvi, per fortuna. Ci sinceriamo che non sia successo nulla di grave a chi ha misurato l’asfalto e riprendiamo il nostro tragitto, ovviamente la velocità cala, siamo tutti un po’ spaventati da quanto appena successo, ma nemmeno il tempo per riprenderci che vediamo un’ambulanza ferma in mezzo alla strada con i soccorritori che hanno appena ripescato un randonneur da un canale. Passata anche questa continuiamo verso il ponte di barche di Bereguardo, punto in cui tutti sanno che bisogna prestare la massima attenzione. Come non detto. Finiscono a terra altri cinque o sei ciclisti…

Dopo Bereguardo il percorso della Rando svolta a Nord, verso casa. Arriviamo abbastanza provati al secondo controllo alla Cascina Bullona. Abbiamo già percorso 173 Km e la stanchezza si fa sentire. Il ristoro è un toccasana e ci facciamo  forza del fatto che mancano solo una trentina di Km. Ripartiamo con un pallido sole che cerca a fatica di fare capolinea tra le nuvole. Le strade iniziano ad essere più familiari e in vista dell’arrivo le forze sembrano tornare. Beppe e Marco danno prova di avere una notevole tenuta “sgaloppando” alla grande anche dopo oltre 6 ore in sella. Nerviano è sempre più vicina, e siamo tornati tutti davanti. Arriviamo dopo 201 km, che pur senza salite vere sono sempre 200 Km, non proprio una passeggiata. Stanchi ma contenti ci complimentiamo a vicenda, consegniamo a Ferruccio della S.A.V. i tesserini e ci godiamo un meritato pasta party.

Grazie a Beppe, Juan, Marco e Ugo per aver condiviso insieme tutto il percorso, e grazie a Raffa, Vittorio, Roberto B., Bruno, Giuseppe G., Patrizio, Antonio, Mimmo, Donato e Tiziano per aver preso parte a una bella manifestazione, seppur in una giornata dal punto di vista meteo non delle migliori, permettendo all’Amatori Velo Lainate di essere sempre presente in gran numero a qualsiasi tipo di evento.

Cesare.